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Saew
icon5  view post Posted on 13/4/2013, 11:47




Background di Wulfgar PugnoRovente
Descrizione Fisica:
Alto 1.35 m, peso 80 kg. Wulfgar ha dei capelli rossicci scuri, un po' bruciacchiati, lunghi e folti; una barba altrettanto folta e lunga anch'essa bruciacchiata, due occhi neri.
Abbastanza largo di spalle spesso odora di Zolfo.

Storia del Personaggio:
Wulfgar ha 436 anni, nacque a Kard, La Gemma, da una grande e prosperosa famiglia, ha quattro fratelli: Bofur, Balin, Thor, Lorin. Lui è il più piccolo della famiglia e come tutti i più piccoli, è sempre stato bullato dai suoi fratelli maggiori. Il padre, Jork, era un esperto lavoratore, in pochi erano bravi quanto lui, secondo Wulfgar. Il padre, faceva parte del Clan RombodiTuono ne facevano parte i più grandi artigiani di Kard. Jork passava quasi tutto il tempo in Miniera e tutte le volte che tornava a casa, puzzava di zolfo. La madre Dora, invece, era una Sacerdotessa e come tutti i nani, venerava la Triade, ma in particolare Berzale, Signore della Conoscenza; una frase che ripeteva sempre a suo figlio era "Mantieni la calma e fa appello alla tua ragione in ogni circostanza. Non tenere per te le tue conoscenze, ma diffondile, condividile con il tuo popolo. Abbi sempre voglia e sete di Conoscenza". A Wulfgar piaceva ascoltare ciò che diceva sua madre, la ascoltava con piacere e imparava sempre qualcosa da quello che gli diceva, però lui non aveva intenzione di diventare un Sacerdote; lui voleva imparare a scavare, a costruire oggetti meravigliosi come il padre. Così Jork, suo padre, gli promise che quando sarebbe diventato più grande lo avrebbe portato con lui in miniera. Così passarono i giorni, lui attese con pazienza e nel frattempo imparava qualcosa ogni giorno, guardando i suoi fratelli maggiori allenarsi con l'arco, le asce.
Sua madre un giorno decise di spiegargli la Gerarchia del regno, parlò dello Djare e che nessuna doveva disobbedirgli, ogni cosa che lui decideva, bisognava farla, aveva un potere assoluto su tutto il regno. Gli spiegò ogni singola carica di Kard fino al Djaredin, ovvero il cittadino della Gemma.
Accennò qualcosa anche sulle Barbe Bianche ma nulla di importante, disse che sarebbe stato quasi impossibile diventarlo.
Passò qualche anno e esattamente il giorno del compleanno di Wulfgar (30 Macinale), Jork regalò al figlio più piccolo un piccone di ferro, il nano era molto felice, così andarono tutti e due a scavare in miniera. Inizialmente faceva fatica a maneggiare l'attrezzo, ma a mano a mano che colpiva la roccia, imparava sempre di più, quello fu il giorno più bello della sua vita. Quando imparò abbastanza bene come scavare, il padre gli insegnò a costruire oggetti semplici come collane, anelli, eccetera. Wulfgar allora decise di imparare anche a maneggiare l'arco, proprio come i fratelli. La sua vita era assai movimentata: allenamenti, scavare e imparare la storia, anche di altri popoli.
Quando divenne più maturo, decise di andare a caccia di Troll, musi di porco come li chiamavano lì. Prese tutto l’occorrente: la sua “Sputafuoco” un’arma nanica che gli aveva costruito suo padre e gli spiegò che bastava premere un tasto apposito, dopodiché sarebbe partita una fiammata che avrebbe arso chiunque si fosse messo in mezzo; poi comprò un’armatura di cuoio dall’acconciatore di pelli e prima di partire, suo padre gli diede un elmo molto strano, aveva degli occhialini attaccati. Wulfgar si mise l’elmo, appena gli occhiali si posizionarono sugli occhi, Wulfgar iniziò a vederci molto bene, era tutto più nitido e più chiaro attorno a sé; ringraziò il padre e si mise subito in marcia insieme a Bofur e Thor (Bofur era un abile guerriero ed era il più grande dei fratelli, Thor era abile nel muoversi tra le ombre e nell’usare i veleni). Dopo qualche ora di camminata, i tre arrivarono dinnanzi una grotta molto buia. Entrò prima Thor a controllare di nascosto, dopo poco tempo uscì e disse che non aveva trovato nulla di strano all’inizio della grotta, però vi era odore di Troll. Allora entrarono in fila, prima Bofur, poi Thor e infine Wulfgar con la sua Sputafuoco in mano. Più camminavano e più la puzza diventava forte, finché non si trovarono davanti una stanza enorme, con un fuoco che andava e delle carcasse lì vicino.
Erano all’inizio della stanza, non erano ancora entrati all’interno. Bofur fece un passo per entrare, non fece in tempo a farne un secondo che gli arrivò una mazzata in faccia e volò all’angolo sinistro della stanza. I due fratelli si nascosero il più velocemente possibile, fortunatamente anche Wulfgar sapeva nascondersi, l’aveva imparato proprio da Thor. Il troll guardò nel corridoio ma non vide nessuno, allora si avviò verso Bofur che era ormai distrutto dopo un colpo del genere. Allora i due fratelli non potevano lasciare che un cugino venisse ucciso in quel modo brutale, specie se quel cugino era loro fratello; così uscirono, sempre furtivamente dal corridoio e entrarono nello stanzone, guardarono sulla sinistra e videro che il Troll stava per colpire nuovamente Bofur. Ormai era impossibile fermarlo, Thor corse verso il troll per infilargli un pugnale nel polpaccio, ma il troll si girò di colpo e gli tirò una clavata facendolo volare in mezzo alla stanza. Wulfgar era furioso, urlò e schiacciò il tastino che vi era sulla Sputafuoco, il troll non fece in tempo a colpire il nano che lo stava ardendo per bene, così cadde atterra incenerito. Wulfgar corse verso Thor per controllare che stesse bene, si era rotto un braccio cadendo per terra dopo quel terribile colpo e aveva qualche livido. Poi andò verso Thor, ma ormai non vi era più nulla da fare per lui, purtroppo il fratello era meno resistente di Bofur, nemmeno Wulfgar sarebbe sopravvissuto a un colpo simile. I due nani erano affranti, presero il corpo e lo riportarono a Kard. Quando arrivarono due guardie videro il corpo e fecero le condoglianze ai due fratelli. Quando anche la famiglia venne a saperlo, tutti piansero e si disperarono. Il giorno dopo vi fu il funerale. C’era tutta Kard, lì conoscevano tutti suo padre Jork PugnoRovente. Ogni nano fece le condoglianze a tutta la famiglia, i sacerdoti recitarono delle preghiere e lo Djare tenne un discorso dicendo: “Cugini, oggi siamo qui per dare l’addio al figlio di Jork… Thor PugnoRovente. Non conoscevo bene Thor, ma sapevo che era un grande, un grandissimo Djaredin, molto fedele a me, alla sua famiglia e a tutti i cugini. Sono sicuro che mancherà a tutti noi.
Che la Triade si prenda cura di lui.”
Il padre mise una mano sulla spalla di Wulfgar: “Figliolo, non è stata colpa tua, non preoccuparti.”
Wulfgar strinse gli occhi per cercare di non piangere, poi gli aprì e guardò il padre dritto negli occhi: “Io migliorerò. Migliorerò per essere utile, migliorerò perché così non commetterò lo stesso errore e proteggerò tutti i miei cugini a costo della mia stessa vita.” Da quel giorno, infatti, Wulfgar iniziò ad allenarsi più duramente di come faceva i giorni precedenti. Migliorò la sua mira con l’arco, imparò a maneggiare i pugnali come suo fratello Thor e migliorò la sua arte nel nascondersi fra le ombre, ma non solo, imparò bene a forgiare utensili come faceva suo padre e a cercare metalli come tutti i suoi cugini e tutti i giorni pregava con la sua famiglia, ricordando il Fratello Thor.
 
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Dorlas Calengol
view post Posted on 13/4/2013, 11:50




CITAZIONE
Background di Wulfgar PugnoRovente
Descrizione Fisica:
Alto 1.35 m, peso 80 kg. Wulfgar ha dei capelli rossicci scuri, un po' bruciacchiati, lunghi e folti; una barba altrettanto folta e lunga anch'essa bruciacchiata, due occhi neri.
Abbastanza largo di spalle spesso odora di Zolfo.

Storia del Personaggio:
Wulfgar ha 436 anni, nacque a Kard, La Gemma, da una grande e prosperosa famiglia, ha quattro fratelli: Bofur, Balin, Thor, Lorin. Lui è il più piccolo della famiglia e come tutti i più piccoli, è sempre stato bullato dai suoi fratelli maggiori. Il padre, Jork, era un esperto lavoratore, in pochi erano bravi quanto lui, secondo Wulfgar. Il padre, faceva parte del Clan RombodiTuono ne facevano parte i più grandi artigiani di Kard. Jork passava quasi tutto il tempo in Miniera e tutte le volte che tornava a casa, puzzava di zolfo. La madre Dora, invece, era una Sacerdotessa e come tutti i nani, venerava la Triade, ma in particolare Berzale, Signore della Conoscenza; una frase che ripeteva sempre a suo figlio era "Mantieni la calma e fa appello alla tua ragione in ogni circostanza. Non tenere per te le tue conoscenze, ma diffondile, condividile con il tuo popolo. Abbi sempre voglia e sete di Conoscenza". A Wulfgar piaceva ascoltare ciò che diceva sua madre, la ascoltava con piacere e imparava sempre qualcosa da quello che gli diceva, però lui non aveva intenzione di diventare un Sacerdote; lui voleva imparare a scavare, a costruire oggetti meravigliosi come il padre. Così Jork, suo padre, gli promise che quando sarebbe diventato più grande lo avrebbe portato con lui in miniera. Così passarono i giorni, lui attese con pazienza e nel frattempo imparava qualcosa ogni giorno, guardando i suoi fratelli maggiori allenarsi con l'arco, le asce.
Sua madre un giorno decise di spiegargli la Gerarchia del regno, parlò dello Djare e che nessuna doveva disobbedirgli, ogni cosa che lui decideva, bisognava farla, aveva un potere assoluto su tutto il regno. Gli spiegò ogni singola carica di Kard fino al Djaredin, ovvero il cittadino della Gemma.
Accennò qualcosa anche sulle Barbe Bianche ma nulla di importante, disse che sarebbe stato quasi impossibile diventarlo.
Passò qualche anno e esattamente il giorno del compleanno di Wulfgar (30 Macinale), Jork regalò al figlio più piccolo un piccone di ferro, il nano era molto felice, così andarono tutti e due a scavare in miniera. Inizialmente faceva fatica a maneggiare l'attrezzo, ma a mano a mano che colpiva la roccia, imparava sempre di più, quello fu il giorno più bello della sua vita. Quando imparò abbastanza bene come scavare, il padre gli insegnò a costruire oggetti semplici come collane, anelli, eccetera. Wulfgar allora decise di imparare anche a maneggiare l'arco, proprio come i fratelli. La sua vita era assai movimentata: allenamenti, scavare e imparare la storia, anche di altri popoli.
Quando divenne più maturo, decise di andare a caccia di Troll, musi di porco come li chiamavano lì. Prese tutto l’occorrente: la sua “Sputafuoco” un’arma nanica che gli aveva costruito suo padre e gli spiegò che bastava premere un tasto apposito, dopodiché sarebbe partita una fiammata che avrebbe arso chiunque si fosse messo in mezzo; poi comprò un’armatura di cuoio dall’acconciatore di pelli e prima di partire, suo padre gli diede un elmo molto strano, aveva degli occhialini attaccati. Wulfgar si mise l’elmo, appena gli occhiali si posizionarono sugli occhi, Wulfgar iniziò a vederci molto bene, era tutto più nitido e più chiaro attorno a sé; ringraziò il padre e si mise subito in marcia insieme a Bofur e Thor (Bofur era un abile guerriero ed era il più grande dei fratelli, Thor era abile nel muoversi tra le ombre e nell’usare i veleni). Dopo qualche ora di camminata, i tre arrivarono dinnanzi una grotta molto buia. Entrò prima Thor a controllare di nascosto, dopo poco tempo uscì e disse che non aveva trovato nulla di strano all’inizio della grotta, però vi era odore di Troll. Allora entrarono in fila, prima Bofur, poi Thor e infine Wulfgar con la sua Sputafuoco in mano. Più camminavano e più la puzza diventava forte, finché non si trovarono davanti una stanza enorme, con un fuoco che andava e delle carcasse lì vicino.
Erano all’inizio della stanza, non erano ancora entrati all’interno. Bofur fece un passo per entrare, non fece in tempo a farne un secondo che gli arrivò una mazzata in faccia e volò all’angolo sinistro della stanza. I due fratelli si nascosero il più velocemente possibile, fortunatamente anche Wulfgar sapeva nascondersi, l’aveva imparato proprio da Thor. Il troll guardò nel corridoio ma non vide nessuno, allora si avviò verso Bofur che era ormai distrutto dopo un colpo del genere. Allora i due fratelli non potevano lasciare che un cugino venisse ucciso in quel modo brutale, specie se quel cugino era loro fratello; così uscirono, sempre furtivamente dal corridoio e entrarono nello stanzone, guardarono sulla sinistra e videro che il Troll stava per colpire nuovamente Bofur. Ormai era impossibile fermarlo, Thor corse verso il troll per infilargli un pugnale nel polpaccio, ma il troll si girò di colpo e gli tirò una clavata facendolo volare in mezzo alla stanza. Wulfgar era furioso, urlò e schiacciò il tastino che vi era sulla Sputafuoco, il troll non fece in tempo a colpire il nano che lo stava ardendo per bene, così cadde atterra incenerito. Wulfgar corse verso Thor per controllare che stesse bene, si era rotto un braccio cadendo per terra dopo quel terribile colpo e aveva qualche livido. Poi andò verso Thor, ma ormai non vi era più nulla da fare per lui, purtroppo il fratello era meno resistente di Bofur, nemmeno Wulfgar sarebbe sopravvissuto a un colpo simile. I due nani erano affranti, presero il corpo e lo riportarono a Kard. Quando arrivarono due guardie videro il corpo e fecero le condoglianze ai due fratelli. Quando anche la famiglia venne a saperlo, tutti piansero e si disperarono. Il giorno dopo vi fu il funerale. C’era tutta Kard, lì conoscevano tutti suo padre Jork PugnoRovente. Ogni nano fece le condoglianze a tutta la famiglia, i sacerdoti recitarono delle preghiere e lo Djare tenne un discorso dicendo: “Cugini, oggi siamo qui per dare l’addio al figlio di Jork… Thor PugnoRovente. Non conoscevo bene Thor, ma sapevo che era un grande, un grandissimo Djaredin, molto fedele a me, alla sua famiglia e a tutti i cugini. Sono sicuro che mancherà a tutti noi.
Che la Triade si prenda cura di lui.”
Il padre mise una mano sulla spalla di Wulfgar: “Figliolo, non è stata colpa tua, non preoccuparti.”
Wulfgar strinse gli occhi per cercare di non piangere, poi gli aprì e guardò il padre dritto negli occhi: “Io migliorerò. Migliorerò per essere utile, migliorerò perché così non commetterò lo stesso errore e proteggerò tutti i miei cugini a costo della mia stessa vita.” Da quel giorno, infatti, Wulfgar iniziò ad allenarsi più duramente di come faceva i giorni precedenti. Migliorò la sua mira con l’arco, imparò a maneggiare i pugnali come suo fratello Thor e migliorò la sua arte nel nascondersi fra le ombre, ma non solo, imparò bene a forgiare utensili come faceva suo padre e a cercare metalli come tutti i suoi cugini e tutti i giorni pregava con la sua famiglia, ricordando il Fratello Thor.

Ragazzi, perdonatemi... ho dovuto inviare il bg dall'altro pc e pensavo di essere connesso con questo account. Comunque è il mio.

In teoria dovrebbe mancare qualcosa che parli della storia nanica... Ma io non so come e dove aggiungerlo... Ho cercato sulla Timeline ma non trovo praticamente nulla, solo due cosine ma... proprio poco. Aiutatemi ._.
 
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Tarja_Giramondo
view post Posted on 13/4/2013, 20:03




Ciao, ho letto il tuo bg è carino ma mancano dati essenziali: fatti storici, località ecc.

https://tmhelp.forumfree.it/?t=56618068

vai qui e trovi molte cose in particolare negli annali dai quali puoi ricavare eventi/guerre che il tuo pg ha sicuramente vissuto vista l'età.

Altra raccomandazione, non parlare di anni ma di cicli, non giorni ma rotazioni.

Se ti può essere di aiuto, descrivi meglio il funerale di Thor PugnoRovente, ricordando per per un nano morire in battaglia è onorevole. Il sacerdote che celebra il rito è il chierico di Dera o Signore del Grande Mare. Il sacerdote pregando chiedera a Dera di accompagnare lo spirito del morto alle Grandi Sale di Korg per poter entrare nel suo esercito. Per fare questo prima della sepoltura dovrà essergli messo: nella mano sinistra 13 monete (rappresentano il morto e le tre divinità le monete sono da consegnare a Korg per entrare nel suo esercito) mentre nella mano destra dovrà essere posta l'ascia o la sua arma preferita per poter continuare a combattere a fianco di Korg.

questo per la parte religiosa, per il resto leggi gli annali

a disposizione per altri chiarimenti.
 
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Dorlas Calengol
view post Posted on 13/4/2013, 22:12




Grazie mille Tarja!! :D
 
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3 replies since 13/4/2013, 11:47   95 views
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